Cerca nel blog

giovedì 22 agosto 2013

La notte di fronte

La morte, istruzioni per l'uso


Film cileno del 2012 diretto da Raoul Ruiz.

Don Celso è diventato vecchio, è ad un passo dalla pensione. È anche convinto che qualcuno lo voglia uccidere, che la sua vita stia ormai arrivando alla fine. Rivive così i sogni dell'infanzia, intreccia il passato con il presente, il vero con l'immaginario, i sogni con gli incubi. Tutto, però, con un sorriso ironico sulle labbra.

Si può quasi toccare il tempo che passa, si può vederlo intrecciarsi in grovigli multipli, si può anche pensare che si interrompa, che le ore non si rincorrano l'una con l'altra, o, invece,  si può credere che tutto scorra disordinato, avanti e indietro, indietro e avanti. Il tempo infatti è fatto di piccole biglie, di pietra o di cristallo non importa. L'importante è che con questa biglie del tempo si possano intrecciare collane: anni di cristallo, mesi di bronzo, lustri d'acciaio. È meraviglioso giocare con il tempo. Rivivere i momenti dell'infanzia, in cui si assaporava tutto con ingordigia, con la mente piena di brigantini, pirati e tesori sepolti. Il paradosso del tempo sussiste soltanto nella anime ancora turbolentemente vive, creando un meraviglioso cortocircuito tra quello che sono oggi e quello che hanno perduto, ritornando così ad un tempo più vicino del loro presente, all'origine della loro anima, rivivendo l'infanzia con la consapevolezza della vecchiaia.
Tuttavia il tempo passa lo stesso. Inesorabile. Le foglie cadute si accumuleranno anticipando la tristezza dell'inverno. Ci si sente come in un porto senza barche, un porto senza gabbiani. Ma se si ha consapevolezza che in fondo la vita è un sogno, da assaporare fino in fondo, fino all'ultima goccia, con ironia e disincanto, si potrà facilmente compilarne le istruzioni per l'uso: "laggiù in fondo sta la morte, ma niente paura. Afferra l'orologio con una mano, prendi con due dita la rotellina della corda, falla girare dolcemente. Adesso si apre un altro periodo, gli alberi dispiegano le loro foglie, le barche corrono le loro regate, il tempo come un ventaglio si va empiendo di se stesso, e da esso sgorgano l'aria, le brezze della terra, l'ombra di una donna, il profumo del pane. Che vuoi di più, che vuoi di più?... E laggiù in fondo sta la morte, se non corriamo e arriviamo prima e non comprendiamo che non ha più nessuna importanza". Julio Cortázar

Un film immenso, un vero testamento postumo. Un film in cui si percepiscono ironia, poesia, disincanto, disordine geniale, consapevolezza del proprio destino, e dove, come in un viaggio nel tempo, si rincorrono epoche del passato, anche remoto, in cui tutto si mescola: Beethoven convive con Long John Silver e Jean Giono si meraviglia di se stesso. Tra situazioni grottesche che richiamano certi film di Buñuel, il regista gioca con il tempo e lo spazio, concetti sempre presenti nei suoi film, con disincanto ma senza tristezza. Con la consapevolezza che la morte in fondo è parte integrante della vita.

10/10
 La noche de enfrente
(2012) on IMDb


musica appropriata: Violeta Parra, Gracias a la vida


8 commenti:

  1. "ironia, poesia, disincanto, disordine geniale, consapevolezza del proprio destino"... un vero poema :) E' sicuramente una grande lacuna, ma Ruiz è uno che non ho mai avuto modo di seguire, il suo segmento "Il Dono" in "Chacun son Cinema" però mi era piaciuto. Questo film mi sembra l'occasione giusta per approfondire, anche perchè ne scrivi ottimamente, grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Il Dono" non l'ho ancora visto, forse perché ho spesso evitato i film collettivi. Vedo di recuperarlo, grazie.
      Sì, mi sono lasciato trasportare, è da un po' che non vedevo un film così.

      Elimina
  2. Bel film, che sono riuscito ad apprezzare davvero solamente dopo un paio di visioni. Lo vidi una notte per Ghezzi, ma non mi lasciò che un amaro disincanto sulla poesia e la vita. Quando ho saputo che Ruiz ti piaceva, avendo solo questo tra le mani, l'ho rivisto e, be', che dire?, la tua magnifica recensione ha colto nel segno. Grandissimo film, spero che gli altri di Ruiz siano all'altezza, perché, dopo questa rece, non posso che aver voglia di approfondire.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ricordo che me lo consigliasti tu, non sapevo che Ghezzi lo avesse trasmesso. Non posso che ringraziarti, dunque.
      Io di Ruiz ho, purtroppo, visto soltanto "I Misteri di Lisbona", "La ville des pirates" e " Klimt", ma ho in programma di vedere a breve "Il tempo ritrovato", "Tre vite e una sola morte" e "Genealogia di un crimine". Insomma, quelli che ho trovato doppiati, purtroppo.

      Elimina
    2. Ah, è vero! Bella, ogni tanto qualche consiglio a te lo azzecco, allora! :D

      Comunque, "Klimt", lo segno subito, mentre "Il tempo ritrovato" devo già averlo da qualche parte. Di suo avevo adocchiato (penso in qualche lista su MUBI) pure un certo "Manuel on the island of wonders", che mi aveva intrigato parecchio, ma pare che non ci sia in italiano.

      Elimina
  3. Raoul Ruiz ancora mi manca, ho qualcosa da Ghezzi, molto su youtube, il momento è arrivato anche per lui, mi dici:)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dico .)
      Però, strano. Ero convintissimo che avessi visto quasi tutta la sua filmografia, tu così attento ai film che escono dal continente sudamericano!

      Elimina
  4. la vita è breve, non si può aver fatto tutto, mi impegnerò di più:)

    RispondiElimina