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venerdì 23 agosto 2013

Violeta se fue a los cielos

La vita, istruzioni per l'uso


Film cileno del 2012 diretto da Andrès Wood.

La vita sofferta, dolorosa eppure intensa, contraddittoria e a suo modo felice di Violeta Parra, la grande cantora cilena. Una artista a tutto tondo: pittrice, poetessa, scultrice, musicista, ricamatrice, ceramista. Diverse sue opere sono state esposte al Louvre.

Tra pochi minuti prenderà posto con eleganza sul palco accanto al bombo leguero. Imbraccerà la sua solita chitarra e riceverà con un inchino quasi impercettibile la rumorosa ovazione del pubblico. Il suo vestito, lungo, allegro, colorato luccicherà come se la luce riflettesse sopra il caloroso applauso delle persone che riempiono lo strano tendone da circo che  le accoglie.
Ed eccola, finalmente: Violeta, la grande cantora, acclamata in tutta Europa.
Prima di iniziare lo spettacolo, dispenserà consigli ai tanti artisti che affollano la sala. Dirà loro di scrivere come vogliono, usando il ritmo che sentono nell'anima, di provare strumenti diversi, di sedersi al pianoforte e distruggere la metrica. Di urlare invece di cantare, di soffiare nella chitarra e pizzicare la tromba, di disprezzare la matematica e abbandonarsi all'istinto. La creatività è come un uccello senza un piano di volo, che non volerà mai in linea retta. Dirà che per interpretare le sue composizioni non serve una voce da conservatorio. Il dolore non può essere cantato dalla voce di un professionista, è necessaria una voce sofferta come la sua, che soffre da quarant'anni.
Soffre per la sua gente, per se stessa e per il suo amore spezzato. Si sente come una gallina che pena a causa dello sparviero. Che ama ma di cui ha terrore. Lo sparviero rappresenta il potere capitalistico in tutta la sua potenza. Dice che nelle sue canzoni è sempre presente l'amore. E sempre lo sarà. L'amore che non sempre è costruttivo, ma distrugge e uccide.
Poi inizierà il canto e ci sentiremo trasportati lassù, lassù dove brucia il sole:

"Cuando fui para la Pampa
llevaba mi corazón
contento como un chirigüe,
pero allá se me murió. 1
Primero perdí las plumas
y luego perdí la voz.
Y arriba quemando el sol
."


Un film sentito, partecipato (scavando nell'animo di  Violeta non si poteva fare diversamente). Eppure qualcosa non torna. Nonostante la pellicola proceda anarchica con salti temporali improvvisi, è proprio la creatività che manca. Tutto sembra normalizzato: la fragilità, la complessità, la contraddittorietà, il coraggio, l'inventiva della cantora vengono fuori appena. Dopo Machuca mi aspettavo di più. Probabilmente però riponevo troppe aspettative. E si sa come vanno in questo caso le cose.

7/10
 Violeta se fue a los cielos
(2011) on IMDb



musica appropriata: colonna sonora


4 commenti:

  1. L'avevo adocchiato anch'io, ma, da come ne parli, non sembra valerne la pena. Mi vedo volentieri "Machuca", però: il regista non lo conosco e, con un rapido giro in internet, sembra immorale non farlo

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    1. No, non è certo un brutto film, tutt'altro. Solo che mi aspettavo di più. Vale sicuramente una visione (le interviste, ricostruite,sono splendide)
      Di Woods ho anche La Fiebre del loco, da tanto. Dovrei vederlo, prima o poi.

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  2. sono in totale disaccordo con te, questa volta, per me è davvero un gran film, quello che mi/ci fregano, a volte, sono le aspettative, se uno fa un film da 10, e quello successivo "solo" da 9, ci sembra un mezzo fallimento, a volte onesti film da 7 ci fanno pensare a grandi cose, se quel regista prima ha fatto un film solo da 6.

    mi/ci manca un relativismo a tutto campo, a volte.

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  3. Hai ragione, mai riporre troppe aspettative su qualcosa. Si rischiano brutte delusioni. Però, Violeta era per me una specie di mito, Wood lo consideravo (lo considero ancora) un ottimo regista, era naturale mi aspettassi tanto da questo film.
    Per fortuna non la pensiamo tutti allo stesso modo, che noia mortale sarebbe! :)

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