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giovedì 20 marzo 2014

Nothing's all bad

Destini incrociati


Film d'esordio del danese Mikkel Munch-Fals.














Prologo: un uomo tristissimo
Una stanza disadorna dai muri orrendamente scrostati, un piccolo squallido albero di Natale, un letto. Un uomo sta singhiozzando, ai suoi piedi una ragazza che ha tutta l'aria di essere una prostituta. "Mia moglie stava guidando, quando all'improvviso è sbucato fuori un cane. Ha provato ad evitarlo, a scansare gli alberi, ma non ci è riuscita. È stata una cosa così improvvisa!". L'uomo continua a piangere a dirotto, il moccio comincia a colargli dal naso. "È successo molto tempo fa?" "Cosa?" "Che è morta tua moglie, cos'altro?" L'uomo smette di piangere e guarda la ragazza negli occhi. "Non è mica morta, è a casa con i bambini. Sarà meglio che vada a casa con i regali, però prima qui dovremmo darci da fare!"














Capitolo 1: quattro personaggi in cerca di....
Ingeborg è andata in pensione ed ha perso il marito, stroncato da un infarto. È alla ricerca di qualcuno che possa colmare la sua solitudine. Lo cerca sulle chat erotiche, in bar malfamati o nelle sale bingo;
Anna, figlia di Ingeborg, ha subito una mastectomia e non riesce ad accettare il suo corpo. È alla ricerca di qualcuno che possa colmare la sua solitudine.. Lo cerca nei cinema a luci rosse o sui set pornografici;
Anders, un impiegato di mezza età dall'aria sempre afflitta è stato abbandonato dalla moglie e dal figlio. È alla ricerca di qualcuna che possa colmare la sua solitudine. La cerca nei parchi, dove si esercita  a fare il maniaco esibizionista;
Jonas, figlio di Anders, si sente tradito dai suoi genitori. Ha come un vuoto dentro, che non riesce a colmare. È alla ricerca di qualcuna/o che possa colmare la sua solitudine. Non ha preferenze di sesso: basta che paghi!













Sembrerebbe il solito film in cui personaggi abbrutiti sprofondano pian piano in un gorgo di perdizione e depravazione da cui poi è impossibile venir fuori. Ma, come per magia, al regista basta intrecciare i giusti fili per far sì che dal dramma a tinte fosche, che lo spettatore era ormai rassegnato a sorbirsi, si passi alla commedia. Non si ride, certamente, ma almeno non si piange. Si rimane in un limbo, in cui tutto può succedere, è vero; ma l'orizzonte sembra più roseo.
8/10


4 commenti:

  1. Ne lessi da oltreilfondo, ma non mi convinse del tutto e non andai nemmeno a cercarlo. La tua recensione, però, è molto suggestiva e spinge a vederlo, anche perché sembra in linea con diverso cinema danese che mi ha sempre colpito (von Trier, Staho, Vinterberg, Bier...), sarà per quel limbo, quella perdizione di cui tu parli e che, in Danimarca, ossessiona, seppur in modi e con modulazioni diverse, già dai tempi di Dreyer e Christensen. Inoltre del regista ho visto "Partus", un corto molto convincente (https://vimeo.com/21201406).

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    1. Se ti è piaciuto il corto (grazie, non l'avevo visto!), non può che piacerti anche il lungometraggio: c'è la stessa bravissima attrice, è prodotto sempre dalla casa di produzione di Von Trier, i temi affrontati sono bene o male gli stessi (solitudine assoluta, disagio di vivere: ci deve essere davvero del marcio in Danimarca da qualche parte). Forse l'unica vera differenza è che in Nothing's... il regista ci mette un po' di ironia che sdrammatizza il tutto.

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  2. Visto recentemente, assieme a un altro film austriaco (Antares), che oltre la coralità che tiene legate le vicende, in qualche modo ne ricalca le stesse tematiche sulla solitudine e sulla tentata ricerca d'evasione (attraverso il sesso) dalla routine quotidiana. A me è piaciuto parecchio, alla seconda recensione dopo il tuo ritorno, fai centro con un altro film degno di grande interesse. Ottimo, bombus!

    @Yorick: te l'avevo nominato pure io, e secondo me non puoi perderlo. La tua intuizione è giusta: non solo è in linea con certo cinema danese ma è stato prodotto proprio dalla Zentropa.

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    1. Già, Antares.. l'ho in archivio da anni e non sono ancora riuscito a vederlo. Ma adesso, grazie a te che lo hai accostato a questo bel film danese, lo scongelerò al più presto. Non posso che ringraziarti, come al solito.

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