Zombie appena sbocciati (nel mio comodo mare)
Una famiglia borghese tiene segregati i propri figli in una grande villa con piscina. I ragazzi non sono mai usciti dal giardino, non sanno nulla dell'ambiente esterno e ne hanno una paura matta.

Kynodontas Una metafora spietata, atroce del mondo in cui siamo costretti a
vivere. Ingabbiati in una famiglia (o altre gabbie a maglie più larghe,
più o meno confortevoli),
manipolati nel linguaggio e nell’informazione
(ci beviamo qualunque corbelleria ci propinano) viviamo tutti in un
orizzonte ristretto, plumbeo, che ci soffoca. Non ne vediamo l’uscita;
anzi non ne vorremmo mai uscire.
Un nemico senza nome ci terrorizza, minaccia la pace del nostro
tranquillizzante focolare domestico (nel film i gatti, ma vanno anche
bene uno sceicco barbuto, o altri che credono a scempiaggini diverse
dalla tua).
La canina famigliola del film si erge a paradigma del nostro
tempo. Del suo mondo ristretto, ma autosufficiente, si scrive le
regole, crea miti, nemici, capri espiatori, e perché tutto possa reggere
spalma come collante secchiate di paura e di terrore. Se fai il bravo,
invece, avrai un adesivo luccicante.
Vademecum per la famiglia felice:
- Sesso: è un istinto primario, quindi, si può e si deve fare; ma guai a
parlarne, né tanto meno goderne. Posizione consigliata: missionario.
- Nemici: qualsiasi cosa, vivente o no, non sia addomesticabile o abbia
attinenza con il mondo esterno (malvagio, per definizione). Terribili i
gatti.
- Identità: che nessuno si sogni di avere un nome. I membri della
famiglia devono essere chiamati con il loro ruolo: il padre, la madre,
la maggiore, la minore… Avere un nome proprio potrebbe significare
possedere una coscienza di sé, una propria personalità. (la maggiore
quando, grazie al salvifico cinema, ha un barlume di autocoscienza, si
sceglie un nome: Bruce).
- Parole: il linguaggio è potere. Consigliato: evitare, o meglio
stravolgere, qualsiasi parola abbia a a che fare con la libertà, con il
sesso o con il mondo esterno.
- Cibo: a rifornire la famiglia si deve occupare soltanto il padre. E
anche quando il cibo sembra caduto dall’alto, per generazione spontanea, è
sempre lui che deve provvedere (uccidendolo).
- Balli. Ognuno può ballare come meglio gli pare (vista la naturale
grazia delle interpreti). Evitare, però, di farsi prendere troppo dalla
frenesia del ballo.
9/10
Musica appropriata: Neil Halstead, "Palindrome Hunches"