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sabato 6 luglio 2013

Liverpool

La gratitudine non è di questo mondo


Film argentino del 2008 diretto da Lisandro Alonso.

Farrel lavora in una nave container, non vede sua madre da una vita. Sa che è malata da tempo e che potrebbe anche essere morta. Quando la nave si ferma ad Ushuaia, una cittadina vicina al suo villaggio natale, decide che è arrivato il momento di rivedere la sua famiglia.

"Un giorno arriverà la notte". Questo pensava Farrel. "Arriverà la notte e finalmente potrò riposare e  smettere di fuggire. Adesso si tratta di passare la giornata, evitare il gelo, scaldarmi e mangiare bene. Dopo mi fermerò. Dopo. Prima darò una fugace occhiata a mia madre e mia figlia, che non ho neanche visto nascere. Per adesso dovrò sostenere uno sforzo dietro l'altro, una notte insonne dietro l'altra. Potrò riposare quando sarò morto".
Che fosse fatto così, sempre in fuga da tutto e da se stesso, lo sapevo bene, ma che mi abbandonasse a metà del film non me lo aspettavo proprio. E dire che, per solleticare il suo narcisismo, avevo scritto più righe di dialogo del solito. Lo avevo seguito e filmato nella neve, nella tempesta,  mentre mangiava in squallide bettole, mentre cadeva in sonni agitati nei posti più improbabili. Avevo fatto tanto per lui, ma la gratitudine, si sa, non è di questo mondo. Sicuramente adesso sarà con Vargàs, quell'altro ingrato, a bere mate e contemplare attoniti un solitario cespuglio in qualche sperduta landa delle Pampas.


Quarto film del regista argentino, Liverpool è ambientato nel freddo, nei ghiacci della Terra del fuoco, in terre desolate e gelide, dove l'uomo è in balia della natura più ostile.
Il protagonista è sempre un uomo con un passato che non è dato allo spettatore conoscere, se non per sommi capi, sempre in fuga da se stesso, costretto per lungo tempo ad un isolamento forzato (in questo caso una nave container sempre in giro per il mondo).
La particolarità di Liverpool, oltre che per l'ambientazione, sta nel fatto che, poco dopo la metà del film, il protagonista scompare, non viene più seguito nel gelido pellegrinaggio alla ricerca del suo passato, lasciando solo una indicazione, un labile indizio su dove possa essere finito.

8/10
 Liverpool
(2008) on IMDb


musica appropriata: The Handsome Family, Woodpeckers


6 commenti:

  1. Bellissimo questo passaggio Bombus:
    "Sicuramente adesso sarà con Vargàs, quell'altro ingrato, a bere mate e contemplare attoniti un solitario cespuglio in qualche sperduta landa delle Pampas."
    C'è poco da fare, questo è il solitario mondo di Alonso, con la sua umanità in continua fuga e ricerca dei propri tumulti interiori.
    Anche Liverpool merita, secondo me un gradino sotto "Los Muertos e Fantasma" però.

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  2. Sì,hai detto benissimo :"questo è il solitario mondo di Alonso, con la sua umanità in continua fuga e ricerca dei propri tumulti interiori".
    Anche per me Liverpool è un gradino sotto a "Los muertos" ("Fantasma" ancora non ho visto).

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  3. secondo me invitano anche Carlos Reygadas:)

    "Liverpool" è un gran film, di solitudine

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    1. Reygadas, un altro tipetto metafisico, contemplativo, sarebbe in buona compagnia :)

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  4. "La particolarità di Liverpool, oltre che per l'ambientazione, sta nel fatto che, poco dopo la metà del film, il protagonista scompare, non viene più seguito nel gelido pellegrinaggio alla ricerca del suo passato." Mi ricorda un romanzo di Auster, "L'uomo nel buio"... Comunque, questo, lo scarico subito: sembra qualcosa di molto contemplativo e intimo.

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    1. Bello il libro di Auster, qui però è tutto più "pacificato", non c'è né la guerra in Iraq, né l'11 settembre. C'è la solitudine, un passato da non scoperchiare e una natura matrigna. I soliti temi di Alonso...

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