Cerca nel blog

giovedì 12 settembre 2013

Caterpillar

Conati


Film giapponese del 2010 diretto da Kôji Wakamatsu.

Il tenente Kurokawa  ritorna al suo villaggio dopo essere stato ferito durante la guerra. Torna mutilato orrendamente, senza braccia né gambe, ridotto ad un vegetale. Sua moglie dovrà curarsi di lui, eroe di guerra. Ma è davvero un eroe?

"Pronto? Shigeko?" Sì, sono io". "Ciao, cara. Ho saputo per vie traverse, diciamo così, che  oggi è tornato tuo marito, Non sei contenta?" "Contenta? Che dici! È tornato senza braccia e senza gambe, sfigurato, muto e quasi sordo. Dovrei essere contenta? Sei scema?" "Va bene, ma almeno è tornato! Deve essere bello saperlo a casa, dopo tutto questo tempo" "Sì, forse hai ragione, adesso, visto come è ridotto, non potrà più picchiarmi, insultarmi, violentarmi, schiaffeggiarmi per un nonnulla. È bello saperlo a casa! Quando mi hanno dato la notizia, per l'emozione ho vomitato in un'aiuola del municipio. Poi ho vomitato poco distante, accanto al ristorante vietnamita. Così ho chiamato un risciò. Ho vomitato anche dentro il risciò." "Ti capisco, fa bene liberarsi ogni tanto! Ma almeno sarai contenta, adesso che è un eroe di guerra, carico di medaglie, adesso che è il dio della guerra?"
Si sentono rumori come di liquido gorgogliante, poi un rumore più forte, come un'esplosione (vomito a getto?) Poi più niente.

Un film sulla atrocità della guerra, di qualsiasi guerra. E sulla ipocrisia delle retorica militarista. Tratto da un racconto di Edogawa Rampo. Wakamatsu confeziona un film estremo ma, purtroppo, estremamente didascalico, in cui i continui flashback risultano davvero fastidiosi. La società giapponese, con il suo confucianesimo reazionario, maschilista, troppo ancorato alle tradizioni, non ne esce granché bene.

7/10
 Kyatapirâ
(2010) on IMDb


musica appropriata: Valeska Gavotte, The Pergola reprise

6 commenti:

  1. Questo di Wakamatsu, lo vidi parecchio tempo fa, e anch'io ho avuto questa sensazione di un che di didascalico, sebbene abbia trovato pure le didascalie, coi loro estenuanti gap temporali, parecchio confusionarie o, almeno, confusionanti una storia peraltro abbastanza piana, o almeno facilmente seguibile. Non serve aggiungere che "Su su per la seconda volta vergine" e "Embrione" stanno su tutt'altro piano, in confronto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, "Su su per la seconda volta vergine" è di altra pasta, decisamente. "Embrione" non l'ho visto, diavolo! Provvederò al più presto. Di Wakamatsu, del resto, ne devo ancora vedere molti. AW ne ha tradotti 9 (!)

      Elimina
    2. Nove sono parecchi, ma la filmografia di Wakamatsu è così sterminata che nove sembrano un niente. Comunque, Ghezzi è un intenditore di 'sto regista (è grazie a lui se mi sono approcciato a Wakamatsu): sul Tubo ci sono un casino di video in cui ne parla. Per esempio, http://www.youtube.com/watch?v=aC2uEpLKkFo

      Elimina
    3. Grazie, molto interessante- Ghezzi, come al solito, è un fiume in piena.

      Elimina
  2. Wakamatsu è uno di quelli che i film "minori" sono comunque molto belli, incisivi e necessari, sopratutto.
    questo è uno dei film "più", se esistono classifiche, antimilitaristi che ho visto, la parte didascalica, chiamiamola così, forse ha un senso per la storia e la cultura giapponese.
    è sicuramente un film da non perdere, secondo me

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, anche secondo me, Ismaele, è un film da non perdere. Sottolineavo solo il fatto che spesso l'urgenza del "messaggio" (antimilitarista, in questo caso) può andare a discapito della fluidità dell'opera.

      Elimina