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martedì 12 marzo 2013

Wool 100%

La vita perduta delle cose


Film giapponese del 2006 diretto da Mai Tominaga.

C'erano una volta due sorelle chiamate Ume e Kame che vivevano in una vecchia casa. Nessuno veniva a far loro visita, però ogni giorno andavano in città e raccoglievano oggetti meravigliosi che trovavano per strada. Orologi rotti, futon malandati, carillon mal funzionanti che vegliavano sulle loro notti serene. La casa traballava e vacillava sotto il peso di tutti gli oggetti accatastati un po' alla rinfusa.
Tutti i giorni per loro erano uguali, la raccolta proseguiva inarrestabile. Un giorno però raccogliendo una bambola e tanti gomitoli di lana si ritrovarono in casa una ragazzina che non faceva altro che cucire e disfare freneticamente un maglione di lana rossa.


Nostra madre è andata via, oltre le montagne, oltre il mare, non sappiamo bene dove. Non c'è più, lei e anche il suo bambino che aspettava.
Passava il tempo a cucire, sferruzzare, sempre al lavoro, a fare e disfare, a dipanare.
Quando cuci alla fine un bambino arriva, almeno così ci diceva.
Possiamo allora cucirlo noi questo bambino, possiamo cucirlo.
Siamo autosufficienti e possiamo, dobbiamo, raccogliere e conservare cose. Tante cose, forse troppe cose. Siamo fatte di cose, siamo proprietà delle cose, siamo cose.

Ma tutta questa roba alla fine la bruceremo, ce ne disfarremo, e saremo ancora noi le proprietarie del nostro destino. Finalmente.

Un film enigmatico, carico di simbolismi spesso oscuri e metafore ambigue, ma visivamente bellissimo. Un amalgama ben riuscito tra animazione, fiaba e film surreale. Se fosse stato meno oscuro...

6,5/10
Wool 100% (2006) on IMDb


musica appropriata:  My Little Airport, Zoo is sad, People are cruel

4 commenti:

  1. Orpo, questo è il genere di film che fa per me, l'ideale per ricamarci sopra qualche elucubrazione che probabilmente lo sceneggiatore sdegnerebbe. E comunque va visto, non fosse altro per capire che diamine vai dicendo quando scrivi: "Quando cuci alla fine un bambino arriva, almeno così ci diceva. Possiamo allora cucirlo noi questo bambino, possiamo cucirlo".

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  2. È nei dialoghi. Ho capito poco di questo film, e scritto di conseguenza cavolate.

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    1. Probabilmente già lo conosci, ma colgo l'occasione per consigliarti Leyner, 'sto scritto me la ricordato vivamente, specialmente "Sento odore di Esther Williams". Cheppoi, se ti piacciono Sion Sono e Harmony Korine e Hitoshi Matsumoto, difficilmente può non prenderti

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    2. No, non solo non l'ho letto, ma non ne avevo mai sentito parlare.
      Sembra interessante (ho spulciato adesso su anobii, tu gli hai dato 4 stelle) ed ha un titolo formidabile. Vedrò di procurarmelo, grazie!!

      Ho letto di Leyner "Mio cugino il gastroenterologo", non è che mi abbia entusiasmato, però. Una scrittura scoppiettante sicuramente, ma manca una trama, un ordito, un qualcosa.

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