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domenica 5 maggio 2013

La jetée

Cicatrici


Mediometraggio francese del 1962 diretto da Chris Marker.

Un bambino all'aeroporto di Orly assiste alla morte di un uomo. Nei suoi ricordi resterà soltanto il volto dolcissimo di una donna. Diversi anni dopo il mondo è stato sconvolto dalla terza guerra mondiale, Parigi è stata distrutta, restano solo macerie. La sopravvivenza dell'umanità dopo una simile catastrofe è affidata ai ricordi di quel bambino, ora uomo, che deve andare indietro nel tempo, prima dello scoppio della guerra, per salvare il pianeta.

Per me l'amore era un eterno ritorno all'infanzia, un'infanzia che era nello stesso tempo festa e dolore, la luce soffusa del crepuscolo su un paesaggio, le gonne di mia madre, le gite domenicali e, su tutti, un ricordo persistente di un giorno prima dello scoppio della guerra: la scena sul grande molo di Orly e un viso di donna. Dolcissimo. L'ovale perfetto del viso incorniciato da una massa di capelli scompigliati dal vento, un sorriso appena accennato, un dito che, con un gesto plastico e sensuale, portava alla bocca, uno sguardo malizioso forse a causa di una lieve miopia. Quanto era bella quella donna.  Mi chiedevo se avevo creato quell'attimo di dolcezza per sopportare la lunga follia che stava per arrivare: quel corpo che precipita, le urla della gente sul molo sconvolta dalla paura.
Nulla distingue i ricordi dagli altri pensieri, solo più tardi si fanno riconoscere dalle loro cicatrici. Quel giorno nella mia anima qualcosa deve essere successo, la cicatrice non si è mai rimarginata. Ma non mi importa, quell'attimo di dolcezza si è ingigantito nel ricordo, è tracimato come un fiume in piena su un terreno alluvionale. Ha assorbito tutto l'amaro, come una spugna.

Un film sperimentale, coraggioso. Un insieme di fotogrammi, una voce fuori campo che commenta, con un tono grave e pieno di pathos, un continuo andirivieni nel tempo, nei ricordi, nel passato e anche nel futuro. Il tutto lascia una percezione di straniamento, di inquietudine, una sensazione di freddo, un presentimento che tutto sia stato già deciso, che non si può lottare contro il proprio destino.

8,5/10
 La jetée
(1962) on IMDb

musica appropriata: Talking heads, Life during wartime


11 commenti:

  1. Ottimo Bombus!
    Straordinario e poetico, è uno di quei film di cui mi sono innamorato all'istante, un vero gioiellino d'avanguardia per l'epoca.
    Per me resterà un capolavoro incancellabile!

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    1. Hai ragione, è un gioiellino d'avanguardia. Veramente bello e con un finale splendido.

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  2. strano e inquietante, l'ho visto 3 o 4 volte nel tempo.
    mi viene in mente un film per me simile, almeno nello stile, "La passeggera", di A. Munk (http://markx7.blogspot.it/2012/07/pasazerka-la-passeggera-andrzej-munk.html)

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    1. Grazie, ho visto su youtube un piccolo pezzo della Passeggera. In effetti, hai ragione può ricordare come stile, e un po' per la trama questo. Spero di trovarlo "intero".

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    2. qui dovresti trovarlo
      http://www.vitorrent.org/torrent/0f3d90711bbff744ef7ff4cae765fc042fca8e87

      ciao

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  3. Parecchio bello, poetico e, giustamente, "coraggioso", l'ho visto appena dopo aver letto questa recensione e, al solito, non ne sbagli una, anzi forse qui più che mai l'approccio narrativo della recensione rispetta l'intimità del corto... ma adesso basta, è primavera, e non facciamo altro che recensire film deprimenti e privi di speranza.

    Siamo da terapia.

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    1. È vero, recensiamo film deprimenti, iper drammatici, senza speranza.
      Oggi sono stato alla "Festa della primavera", organizzata in un ospedale psichiatrico. Era sconsolante. Forse era meglio vedere Camille Claudel di Dumont :)

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  4. l'ho visto parecchie volte ma non mi ha mai "catturato" ... temo però di essere in assoluta minoranza...

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    1. Mi sa tanto che per una volta le nostre opinioni divergono... questo film è piaciuto a tanti.

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  5. Noto solo ora che il Mereghetti gli ha dato 4 stelle su 4 O.o

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