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lunedì 29 luglio 2013

La quinta stagione

Il cavallo fuori stagione


Film belga del 2012 diretto da Peter Brosens e da Jessica Woodworth.

In un piccolo villaggio delle Ardenne l'inverno respinge ogni tentativo della primavera di farsi largo. I semi, nella terra gelata, non germogliano, le mucche non danno latte, la natura tutta non riesce ad uscire dal letargo invernale. Ben presto comparirà la fame. Quella vera.

Iniziò tutto in una remota landa ai confini del mondo. I tarli si zittirono improvvisamente, Smisero di nutrirsi, rinunciarono a vivere, preferendo il silenzio della morte. Poi anche il cavallo rifiutò il cibo. Qui da noi l'epidemia si è sbizzarrita: l'inverno rifiuta di andarsene. I rami degli alberi cominciano a cadere esausti, le galline stramazzano al suolo col collo storto, i galli si rifiutano di cantare perché sanno già che gli uomini indosseranno la maschera della meschinità; il loro cuore si essiccherà proprio come la terra che fino a quel momento hanno coltivato e che ora si rifiuta di germogliare. I bambini diventano violacei mentre giocano e cadono addormentati come se avessero preso un sonnifero. Alcuni non si sveglieranno più. Chi può, come gli imenotteri, fugge lontano e non tornerà. Tutto è stravolto, niente sarà come prima. Il benessere accumulato negli anni scomparirà al primo schiocco di dita, il soffio del vento tacerà per sempre e i bisbigli si trasformeranno in grida.

Un film immenso, inaspettato rispetto ai, pur ottimi, Khadak e Altiplano. Le scene iniziali possono prendere in contropiede, può sembrare un film per schizzati (gustoso ugualmente, certo, ma allora avrebbe richiesto un altro tipo di attenzione), invece è riflessivo, pacato e, contemporaneamente, denso di attese trepidanti, disillusioni, inquietudini (la scena dove la ragazza sull'altalena perde sangue dal naso è degna del miglior film horror). 

9/10
 La cinquième saison
(2012) on IMDb


musica appropriata: Ólafur Arnalds-Kjurrt,..And They Have Escaped The Weight Of Darkness











domenica 28 luglio 2013

Neprijatelj (The enemy)

Poveri diavoli


Film serbo del 2011 diretto Dejan Zecevic.

Una unità di artificieri ripulisce un campo minato nelle campagne bosniache. La guerra è terminata da pochi giorni, un trattato di pace ne ha decretato la fine. I soldati trovano, murato vivo in una fabbrica abbandonata, un uomo di mezza età. È in perfetta salute, non ha neanche bisogno di bere o di mangiare. Risponde educatamente ad ogni domanda e dice di essere "uno di loro". Ma tra i soldati si diffonde il sospetto che quell'uomo misterioso non sia una persona come tutti gli altri.

L'avevano portato all'alba. E adesso che il sole era già alto era ancora lì, in attesa. Era calmo, educato, rispondeva a tono e sembrava non aver bisogno di niente. Neanche di bere o di mangiare. Chissà perché sapeva con certezza che non l'avrebbero ammazzato, aveva una gran voglia di vivere, come la può averne uno che è appena resuscitato. Tutti ne avevano paura, lo chiamavano diavolo, dio, demiurgo e dicevano che se lo avessero ucciso sarebbe scomparso anche il mondo, che lui aveva creato. Ma se era un diavolo, era davvero un povero diavolo.

È salutare non farsi mai esami di coscienza, pensare che il male ti attraversi senza contaminarti, che la colpa di tutto sia sempre da addebitare ad altri, umani o non. 
È l'atteggiamento di chi campa cent'anni. In salute e senza problemi. In fondo cos'è la guerra, se non un ottundimento delle coscienze, un offuscamento del raziocinio, un adeguarsi al branco dominante? La colpa è solo collettiva, un povero diavolo non ha nessuna responsabilità.
Un film che, nonostante le buone premesse, si inceppa, si intoppa. In definitiva una occasione sprecata.

6,5/10
 Neprijatelj
(2011) on IMDb


musica appropriata: Clap your hands say yeah, Satan said dance

lunedì 22 luglio 2013

Uzak ihtimal

Tre cuori in inverno


Film turco del 2009 diretto da Mahmut Fazil Coskun.

Musa è un giovane muezzin al suo primo lavoro. Si innamora della sua vicina di casa, Clara, una infermiera cattolica. Fa di tutto per poter scambiare con lei qualche parola, la segue di nascosto, si reca anche in chiesa. Clara, ignara di tutto, è seguita anche da Yakup, un anziano libraio.

Musa, dopo la solita preghiera dell'alba, si mise a sedere su una panchina di fronte al mare placido. La monotona bellezza dello scenario lo turbava. Gente che camminava senza fretta, gabbiani che volavano alti, barche all'orizzonte. Sempre la stessa storia. Forse, però, oggi passerà Clara. Forse lo guarderà negli occhi, forse scambieranno qualche parola, forse riusciranno a sciogliere quel coagulo di incomunicabilità che li blocca, forse Musa troverà il coraggio. Forse. 
L'attrazione reciproca è quasi sempre un mistero, non certo un capriccio o un impulso genetico. Talvolta la scintilla non si accende, purtroppo. Ma Clara era ormai diventata la sua ossessione, che gli si insinuava nella mente nei momenti più impensati senza avvertire e sempre più spesso. Qualcosa doveva pur fare. Ma cosa? L'incontro di due anime congelate più di un iceberg non può produrre. Destinato alla deriva.

Possono tre persone religiose, legate alla propria interiorità e al loro Dio, sciogliere i propri cuori, aprirsi al mondo e ai sentimenti? Può succedere, ma solo se si trova il coraggio di aprirsi, di rivelarsi, di concedersi all'altro. Più spesso capita di intravedere solo qualche spaccatura in questo blocco ghiacciato, che una nuova ondata di freddo sicuramente risanerà.
Un film delicato, intimista, sussurrato,  che cerca di esplorare le pieghe più profonde dell'animo, rimanendo però in superficie.

7,5/10
 Uzak ihtimal
(2009) on IMDb


musica appropriata: Joseph Arthur, Saint of impossible causes

domenica 21 luglio 2013

Fido

E poi fu commedia


Film canadese del 2006 diretto da Andrew Currie.

Il mondo è stato contaminato da una strana epidemia che causa la rianimazione dei morti. La Zomcon, leader del settore, però inventa il collare addomestica zombi, che diventano così uno status symbol. I Robinson, come ogni famiglia che si rispetti, devono necessariamente averne uno. Costi quel che costi.

 La Zomcom creò il nuovo mondo dopo che dalle oscure profondità dello spazio infinito giunse un male che nessuno poteva prevedere: una nube radioattiva avvolse l'intero pianeta. Le particelle spaziali causavano la rianimazione dei morti, che diventavano zombi, creature che avevano un solo obiettivo: divorare la carne dei vivi.  La Zoncom recintò le città e inventò il collare addomestica zombi. Applicando il collare si accendeva una luce rossa e lo zombi riusciva a contenere la sua brama di carne, diventando buono e gentile come un agnellino.
Così fu sera, poi fu mattina. E poi fu commedia.


Una simpatica commedia in salsa horror, recensita dall'impagabile bradipo, ambientata nel paesino di Willard, che sembra uscito pari pari da una pubblicità anni cinquanta e che ha lo stesso nome del paese de La notte dei morti viventi. Si sollevano, con il sorriso sulle labbra, problemi non indifferenti: si parla di accettazione della diversità, di sogno americano infranto, di società omologate, ridotte all'indifferenza e al silenzio, degli anziani, diventati un pericolo per la società tutta.

7/10
 Fido
(2006) on IMDb



musica appropriata: Misophone, As she walked out the door

venerdì 19 luglio 2013

Kaç para kaç

Far finta di essere onesti


Film turco del 1999 diretto da Reha Erdem.

Un onesto negoziante trova in un taxi una valigetta carica di dollari.  Con quei soldi potrebbe risolvere i suoi problemi finanziari, risollevare le sorti del suo negozio, fare qualche regalo alla moglie. Ma, si sa, arricchirsi di colpo spesso non porta bene.

La provvidenza ebbe il ghiribizzo di farmi arricchire in modo volgare, assurdo: facendomi trovare una valigetta carica di dollari in un taxi. Avrebbe potuto decidere che vincessi al gioco o che ereditassi da una lontana zia americana, ma dispose diversamente. Evidentemente il destino ce l'aveva con me. Quei soldi non guadagnati onestamente mi mettevano davanti a tanti dilemmi: restituirli al proprietario (legittimo o illegittimo, che importa!) o tenermeli. Dirlo a mia moglie o non dirle nulla. Continuare a far finta di essere povero  o scialacquare di brutto. Continuare a far finta di essere onesto o smetterla una buona volta,  zittendo la mia molesta coscienza. Ero una persona semplice, questi tormenti erano troppo per me.

Un bel film, niente da dire. Non al livelli di Beş Vakit o di Kosmos, ma comunque interessante.
Una banconota piove dal cielo, ondeggia mollemente in aria prima di cadere al suolo, proprio come la piuma di Forrest.  Questo, evidentemente, il destino dei soldi mal guadagnati, tendono a volare via col vento.

7/10
 Kaç para kaç
(1999) on IMDb


musica appropriata: Misophone, Mother's last word to her son


mercoledì 17 luglio 2013

Delmer builds a machine

A Dio spiacendo


Cortometraggio del 2012 diretto da Landon Zakheim.

Delmer sta costruendo un fantasioso macchinario. Il suo ingegno sarà ricordato nei secoli dei secoli.

Quella notte mi svegliai che bruciavo di febbre, deliravo ed ero scosso dai brividi. Cazzo, l'avevo fatto grossa!, chi poteva mai immaginarselo. Ne avrei pagato le conseguenze per la vita. Intanto andavo avanti a bere infusi disgustosi, cercando di dimenticare; cosa difficile, tanto più che allo scetticismo si univa  una torpida indifferenza. Basta, però, con questo vittimismo, non l'ho mica fatto apposta. Dio m'è testimone, forse!


Un corto di due minuti divertente e spiazzante.

musica appropriata: Dio è morto, Io tu e le rose (la migliore cover mai sentita)

lunedì 15 luglio 2013

444-444-4444 Gakko no Kaidan G

Sorprese telefonate


Cortometraggio giapponese del 1997 diretto da Tahashi Shimizu.

Un ragazzo trova un cellulare per strada che sta squillando. Ha l'infelice idea di rispondere.


Gli esseri umani vivono, respirano, senza far caso alla tragedia che li attende. Sapevo che la mia vita doveva avere una fine, ma non immaginavo sarebbe andata in questo modo. Finora non mi ero mai trovato faccia a faccia con la certezza di dover smettere di esistere, la sua presenza fu perciò inaspettata e avvilente. Ero giovane, che diamine. Non poteva mica finire così. Tutta colpa della mia stupida curiosità. Ma probabilmente ero destinato fin da principio a questo incontro, non potevo sfuggire al mio destino crudele. So che lui è venuto a divertirsi con lo spettacolo della mia morte, avrò fatto qualcosa per meritarmi tutto questo. Lo saprò tra poco, quando mi scorrerà davanti tutta la mia breve vita, fotogramma per fotogramma, almeno dicono che succeda così nel momento esatto della morte.

Il brevissimo cortometraggio, dall'umorismo macabro tipicamente giapponese, è interessante per chi ha apprezzato ed è stato terrorizzato da Ju-On. C'è da dire, però, che chi ha visto e rivisto Ju-On difficilmente sarà sorpreso dall'inaspettato finale.

6/10
  Gakkô no kaidan G
(1998) on IMDb 

musica appropriata: Cannibal movie, Mondo music

domenica 14 luglio 2013

Ernest & Celestine

Upside down


Film animato francese del 2012 diretto da Stèphane Aubier.

Celestine è una topolina orfana. Un giorno incontra per caso l'orso Ernest. Nel mondo dei topi, gli orsi sono considerati come il nemico numero uno. Da evitare assolutamente. Eppure tra i due, contro ogni pregiudizio, nasce una vera amicizia.

Lo conobbi per caso, per puro caso. Ero interessata al suo modo di pensare, al suo atteggiamento verso la vita, ero incuriosita e affascinata dal suo modo di abbuffarsi, di ingurgitare quantità spaventose di qualsivoglia cibo. Ero prevenuta, devo ammetterlo con sincerità, ma, vivendo con lui, ascoltandolo senza fare troppe domande stupide, riuscii a farmi accettare, bene o male. Scoprii così tante cose interessanti sulla sua mentalità primitiva, sdraiata accanto a lui a dipingere l'inverno o a guardare meravigliata una processione di maggiolini imparai ad apprezzarlo; alla fine non potevo fare a meno della sua amicizia. Mi domandai allora se non stessi ingannando me stessa, se il mio non fosse solo un atteggiamento anticonformista un po' ipocrita. Dopotutto era soltanto un orso. Un vero orso.


Poetico, delicato, raffinato, stilizzato, fantasioso, delizioso cartone francese. Sceneggiato da Daniel Pennac e Didier Brunier (Appuntamento a Belleville) da un libro di Monique Martin. Per bambini di ogni età.

9/10
 Ernest et Célestine
(2012) on IMDb


musica appropriata: Musica per bambini, Come la minestra.

sabato 13 luglio 2013

Gözetleme Kulesi

Addizioni


Film turco del 2012 diretto da Pelin Esmer.

Nihat è stato assunto come guardia forestale per sorvegliare la foresta di Tosya. Nessuno gli dà il cambio, la nebbia che circonda la montagna non lo aiuta a dissolvere la sua tristezza. Seher, fa la hostess in un autobus di linea nella zona di Tosya e nasconde una gravidanza indesiderata. I due sono sempre soli, ma il destino ha deciso diversamente.

Nihat, con un passato tragico alle spalle, cercò nella sua anima l'ultimo soffio vitale, prese il coraggio a due mani, racimolò gli ultimi risparmi e partì alla volta di Tosya, nel distretto di Trabzon, per raggiungere una torre in cima alla montagna, dove avrebbe vissuto in solitudine assoluta per mesi come guardia forestale. Era in cerca di uno scopo, era in cerca di un significato, era in cerca di qualcosa che facesse scomparire il dolore, quello che trovò fu inaspettato.
Seher, con un passato tragico alle spalle, prese il coraggio a due mani e partì alla volta di Tosya, nel distretto di Trabzon, dove avrebbe lavorato come hostess in un autobus e dove avrebbe portato a termine la sua gravidanza indesiderata. Era in cerca di uno scopo, era in cerca di un significato, era in cerca di qualcosa che la portasse a dimenticare la sofferenza, quello che trovò fu inaspettato.
Per uno strano paradosso matematico la somma di due solitudini ogni tanto non produce il risultato che è logico attendersi (una addizione), spesso il risultato è una sottrazione (mezza solitudine).

Bel film turco,  dalla trama lineare, senza arzigogoli, senza troppa retorica, senza manicheismi, semplice, sentito, ben girato. Una meravigliosa foresta fa da sfondo ad una storia di umanità dolente, ma capace ancora di solidarietà e di altruismo.

8/10
 Gözetleme Kulesi
(2012) on IMDb


musica appropriata: Samba Touré - Be Ki Don

martedì 9 luglio 2013

Alamar

Il mar dei canti


Film messicano del 2009 diretto da Pedro González-Rubio.

Natan, un bambino di cinque anni, vive a Roma dalla nascita. La madre non ne vuole sapere di abitare nella palafitte dell'atollo corallino di Banco Chincorro dove il padre di Natan fa il pescatore. Adesso, però, è arrivato il momento adatto perché il bambino scopra le meraviglie di quel paradiso che difficilmente potrà poi dimenticare.

"In principio la Terra era una pianura sconfinata e tenebrosa, separata dal cielo e dal grigio mare salato, avvolta in un crepuscolo indistinto. Non c'erano né Sole né Luna né Stelle. Tuttavia, molto lontano, vivevano gli Abitanti del Cielo: esseri spensierati e indifferenti,  perennemente giovani, poiché esistevano da sempre nel loro verde Paradiso lussureggiante.
Sulla superficie della Terra non c'erano né animali né piante, ma grumi di minestra primordiale, ciascuno aveva in sé l'essenza della vita. Fu così che, per far sì che tutto prendesse vita e rifiorisse, gli Uomini del Tempo Antico percorsero tutto il mondo
cantando; cantarono i fiumi e le catene di montagne, le saline e le dune di sabbia, i mari cristallini e le lagune. Avvolsero il mondo intero in una rete di canto." (Le vie dei canti, Bruce Chatwin)

Adesso è arrivato il momento di ripercorrere, insieme a mio figlio Natan, la mia personale via, quella che mi è stata assegnata alla nascita. Attraverseremo la laguna tra le mangrovie, ci fermeremo ad ammirare le tantissime specie di ipomeee, e le bellissime tournefortiae che fioriscono vicino al mare cristallino. Ci immergeremo tra i coralli, pescheremo le aragoste spinose, i pagri dai denti ricurvi, i red bass, gli snapper,  gli sfuggenti barracuda. E tra una meraviglia e l'altra, il viaggio finirà. Rimarrà, però, per tutta la vita il ricordo di quel paradiso.

Banco Chinchorro è la seconda barriera corallina al mondo per estensione. Formato da una grande laguna corallina e da diverse piccole isole coperte da mangrovie, è un ecosistema molto delicato, da proteggere e preservare assolutamente. Il film di Pedro González-Rubio, un documentario atipico, esalta la bellezza dei luoghi, descrive la vita dei pescatori, riempie gli occhi e ti fa venire una voglia irresistibile di immergerti tra i coralli. E di rimanere lì, per sempre.

7,5/10
 Alamar
(2009) on IMDb


musica appropriata: Los Maldeorines del Norte, Cumbia del Pescador



lunedì 8 luglio 2013

Bus 44

Vomitare l'anima


Cortometraggio del 2001 diretto da Dayyan Eng.

Il bus 44 fa ogni giorno lo stesso percorso sonnacchioso. L'autista è una giovane donna che guida con polso sicuro. Oggi però non è un giorno come gli altri: due malintenzionati salgono sull'autobus con l'intento di rapinare i passeggeri. Sono violenti e capaci di tutto. Anche la ragazza potrebbe far parte del loro bottino.

Paralizzato. Ero completamente paralizzato. Non riuscivo a muovere un muscolo, non potevo fare niente per lei, forse non volevo. In fondo era una completa estranea, non potevo mica rischiare la  vita, la mia preziosa vita. Sentivo una voce dentro di me che gridava: "Vigliacco! Sei uno sporco vigliacco". Una parte di me respingeva l'accusa, l'altra la accettava, per puro masochismo; e queste due forze si sbarravano il passo l'una con l'altra, finché non mi venne da vomitare, scaricare fuori tutta questa porcheria. Il mio inconscio si rifiutava evidentemente di accettare la realtà, di elaborarla. Interiorizzare è come inghiottire qualcosa, incorporarla. Sputare o vomitare l'esatto contrario.  E feci di tutto per vomitare, in modo poi da non ricordare niente. Meglio così.

11 minuti intensi e coinvolgenti. Vigliaccheria, violenza, eroismo, rassegnazione, egoismo, altruismo, indifferenza: buona parte del campionario dei modi di essere e di agire della specie umana sono sviscerati in questa breve storia, basata oltretutto su un fatto vero. Veramente agghiacciante.
Ha vinto il premio della giuria a Venezia come migliore sceneggiatura (cortometraggi). Qui.

8/10
 Che si shi si
(2001) on IMDb


musica appropriata: Violent Femmes, Country death song

sabato 6 luglio 2013

Liverpool

La gratitudine non è di questo mondo


Film argentino del 2008 diretto da Lisandro Alonso.

Farrel lavora in una nave container, non vede sua madre da una vita. Sa che è malata da tempo e che potrebbe anche essere morta. Quando la nave si ferma ad Ushuaia, una cittadina vicina al suo villaggio natale, decide che è arrivato il momento di rivedere la sua famiglia.

"Un giorno arriverà la notte". Questo pensava Farrel. "Arriverà la notte e finalmente potrò riposare e  smettere di fuggire. Adesso si tratta di passare la giornata, evitare il gelo, scaldarmi e mangiare bene. Dopo mi fermerò. Dopo. Prima darò una fugace occhiata a mia madre e mia figlia, che non ho neanche visto nascere. Per adesso dovrò sostenere uno sforzo dietro l'altro, una notte insonne dietro l'altra. Potrò riposare quando sarò morto".
Che fosse fatto così, sempre in fuga da tutto e da se stesso, lo sapevo bene, ma che mi abbandonasse a metà del film non me lo aspettavo proprio. E dire che, per solleticare il suo narcisismo, avevo scritto più righe di dialogo del solito. Lo avevo seguito e filmato nella neve, nella tempesta,  mentre mangiava in squallide bettole, mentre cadeva in sonni agitati nei posti più improbabili. Avevo fatto tanto per lui, ma la gratitudine, si sa, non è di questo mondo. Sicuramente adesso sarà con Vargàs, quell'altro ingrato, a bere mate e contemplare attoniti un solitario cespuglio in qualche sperduta landa delle Pampas.


Quarto film del regista argentino, Liverpool è ambientato nel freddo, nei ghiacci della Terra del fuoco, in terre desolate e gelide, dove l'uomo è in balia della natura più ostile.
Il protagonista è sempre un uomo con un passato che non è dato allo spettatore conoscere, se non per sommi capi, sempre in fuga da se stesso, costretto per lungo tempo ad un isolamento forzato (in questo caso una nave container sempre in giro per il mondo).
La particolarità di Liverpool, oltre che per l'ambientazione, sta nel fatto che, poco dopo la metà del film, il protagonista scompare, non viene più seguito nel gelido pellegrinaggio alla ricerca del suo passato, lasciando solo una indicazione, un labile indizio su dove possa essere finito.

8/10
 Liverpool
(2008) on IMDb


musica appropriata: The Handsome Family, Woodpeckers