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sabato 28 dicembre 2013

In another country

Miracoli coreani 2


Una pioggerella sottile, ma insistente e fastidiosa. Un viale che costeggia una spiaggia alla moda, quasi deserta a causa della stagione inoltrata. Anne con il suo ombrellino azzurro cammina impettita. È una donnina sui cinquant'anni, tutta fragilità, tutta delicatezza infantile,  una elegante donna francese. Nel film ha tre ruoli da interpretare: una regista di successo solida ed equilibrata, una attrice che aspetta trepidante l'amante regista in ritardo, una donna abbandonata dal marito e in cerca di se stessa. Le tre Anne visitano gli stessi luoghi (il faro, la spiaggia, l'emporio) incontrano le stesse persone (su tutti un bagnino insistente e un po' scemo), maneggiano gli stessi oggetti e, in fin dei conti, sono personaggi quasi interscambiabili, se non fosse per piccole ma non insignificanti differenze nel carattere. 
Nonostante i fatti raccontati siano quasi privi di importanza, così come i dialoghi, riescono però ad avere un'aurea, una fascinazione insuperabile, e, così come per Marcel Proust  una madeleine bagnata nel tè apre come per magia un ventaglio di ricordi che sembravano dimenticati, la storia minima delle tre Anne in chi la guarda riesce ad ottenere un effetto simile.


Il cinema di Hong Sang-soo  gira sempre intorno alle stessi temi, alle stesse ossessioni. I protagonisti sono sempre uomini o donne dello spettacolo osservati dallo sguardo ironico e un po' sarcastico del regista.
In another country si avvicina maggiormente a Virgin stripped bare by her bachelors più che altro perché la trama si biforca in più interpretazioni, ma non è troppo distante da altri film del regista come Ahahah o come Night and day.


8/10  Da-reun na-ra-e-seo
(2012) on IMDb

2 commenti:

  1. Hong Sang-soo mi piace. Per quanto io abbia un rapporto altalenante col suo cinema - a volte lo amo alla follia, altre volte mi infastidisce come pochi - è un regista che seguo e che apprezzo davvero. Cioè, stiamo parlando di uno che ha lavorato con Lav Diaz ("Visitors"), quindi probabile che io sia di parte, però "Night and day", a rivederlo, l'ho trovato davvero un gran film, una delle vette del cinema sucoreano contemporaneo. "Hahaha" pure è un buon film, mentre "The day he arrives" non l'ho capito, meh, però l'estetica mi affascinava e dovrei rivederlo. Questo, devo ancora vederlo, ma da come ne parli dev'essere una bella bomba, lo cerco subito - non sapevo fosse reperibile. Grazie!

    P.S. Ogni tua recensione su Hong Sang-soo sottolinea la "ripetitività" del regista. Sono d'accordo. E secondo me è pure uno dei suoi punti di forza, perché nonostante una certa "ripetitività" ogni suo film mi sembra originale (nel senso etimologico del termine), non mi annoia, riesce sempre - in qualche modo - a stupirmi.

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  2. Credo anch'io che battere sempre sugli stessi temi, sugli stessi personaggi, sia uno dei punti di forza del regista, il suo marchio di fabbrica.
    Riconoscerei un suo film dopo pochi fotogrammi. Non si ci può sbagliare. E questo, capendo obiettivamente poco di cinema, non mi capita spesso (con Wes Anderson, Greenaway, Sono, e pochi altri).
    Questo "In another country" è probabilmente il suo film più ambizioso, almeno per la scelta della protagonista. Nel 2013 è riuscito a fare ben due film. Non vedo l'ora di vederli.

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