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domenica 19 gennaio 2014

La folie Almayer

Paludi definitive

Una casa nuova ma già fatiscente, una figlia tanto amata, Nina, che lo disprezza con tutto il cuore, un fiume placido ma capace di brutale e inusitata violenza. Questa le coordinate della vita di Almayer, i segni visibili del suo fallimento. Dove era finito il suo sogno di ricchezza e di potere, quella illusione che gli aveva reso sopportabili anni e anni di amarezze, di rimpianti, di frustrazioni? Dove era finita la ricchezza che aveva sempre sentito a portata di mano, ma che ogni volta gli sfuggiva via quasi fosse trascinata dalla corrente fangosa e tumultuosa del grande fiume? Sì, la vita di Almayer è stata un vero doloroso fallimento che neanche la presenza di Nina, seduta adesso accanto a lui, riesce ad alleviare.


Questo film, proprio come il povero Almayer, ha qualcosa che non va. Sfugge, cerca la chiarezza ma finisce per trovare le tenebre; molti sono i particolari importanti tralasciati, tante le lungaggini che infastidiscono. Non si capisce bene, ad esempio, cosa trattenga Almayer nella sua capanna sul fiume dopo la morte del suo "mecenate".
Nonostante tutto,  però, è pur sempre un film che affascina, soprattutto per le bellissime immagini di una natura quasi incontaminata, ostile; una natura che sembra ignara del male, ma che probabilmente è il male stesso, la Wilderness  innanzi alla quale l'uomo non può che inchinarsi e smarrirsi come istupidito da cotanta sconvolgente potenza.
In fondo, è lo scenario consueto dei romanzi di Conrad (e di tutti i film tratti dai suoi libri), uno scenario in cui i suoi personaggi si muovono come marionette impazzite. Si agitano in modo convulso, improvvisando un balletto senza senso, come un vorticare di foglie al vento.

Arrivederci a marzo (se non mi perdo anch'io in una palude)


7/10   La folie Almayer
(2011) on IMDb



6 commenti:

  1. Hai abbinato l'ultimo dei Mogwai con questo perché anche l'ultimo dei Mogwai "ha qualcosa che non va"? Battute a parte, questo della Akerman non l'ho visto, anche se forse l'avevo iniziato (non ricordo): ne ho visti altri e lei è una regista davvero interessante, spiace che questo non sia all'altezza dei primi lavori.

    So curioso di leggere i pareri di ViS :D

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    1. L'ultimo (per essere precisi il penultimo) dei Mogwai è un grandissimo disco. Non conosco la serie di cui è colonna sonora., ma, hai ragione, non ha niente che non va :-)
      Purtroppo i film tratti da libri molto belli, come questo di Conrad, riescono sempre a deludermi. E' un discorso vecchio, trito e ritrito. Dovrei evitare di vederli, questo sì. O magari, leggere dopo il libro.
      Della Akerman non ho visto molto. Ricordo, però, che "La captive" mi è sembrato un film non particolarmente riuscito. Cercherò i suoi primi lavori, allora.

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    2. Ah, il penultimo sì è un gran disco, però l'ultimo, "Rave Tapes", deve ancora convincermi del tutto. Per quanto riguarda i film tratti dai libri, la penso come te: chissà quali sarebbe state le reazioni se prima di vedere "Satantango" avessi letto il romanzo da cui è tratto...

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    3. Mi viene in mente solo ora. A proposito di dischi post-rock, accattati, se non l'hai già fatto, l'ultimo dei Silver Mt. Zion. Sarà un gradino sotto le opere precedenti, ma "Austerity blues" è una bomba!

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  2. Incredibile, a quanto pare abbiamo avuto tutti la stessa impressione. Concordo sul fatto che sembra un film sfuggente e a dirti il vero, non ci ho capito mica molto, anche perchè avevo iniziato a vederlo con i sub english, poi ho mollato. Idem per "La Captive", ho abbandonato dopo mezz'ora. Duole dirlo, ma purtroppo con queste ultime prove la Akerman sembra aver perso tutte le sue potenzialità. Se posso consigliarti, guardati i suoi film degli anni '70; prima di tutti "Jeanne Dielman" (non farti spaventare dalla durata, nonostante il minimalismo il film vola che è un piacere) e "Je, tu, il, elle".
    Non sprofondare in qualche palude, mi raccomando bombus ;)

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    1. Anch'io se non avessi letto il libro non avrei capito quasi nulla (e l'ho visto con i sub italiani)
      Grazie per i consigli, "Jeanne Dielman" lo avevo già adocchiato e avevo anche letto, ai tempi, i tuoi splendidi post sulla Akerman più sperimentale: quella di "News from home"., ma anche di "Hotel Monterey". Se torno incolume, li vedrò subito.

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