Cocci aguzzi
Film tedesco del 2012 diretto da Christian Petzold.
Germania dell'est, fine degli anni '70, Barbara è una dottoressa trasferita per punizione da Berlino in un piccolo paese di provincia. Qui, nel piccolo ospedale svolge il suo lavoro senza slanci, cercando di non immedesimarsi troppo nelle tragiche storie in cui si imbatte quotidianamente. Vorrebbe raggiungere il suo amante, che vive all'Ovest, e che ha pianificato in ogni minimo dettaglio la sua fuga; ma, quando tutto sembra ormai deciso, quando sembra fugato ogni dubbio, un imprevisto la costringerà a dover fare una scelta vitale. Dovrà decidere tra libertà e dovere, tra amore e responsabilità.
L'apparato di controllo della DDR era capillare, nessuno poteva dirsi al sicuro dall'occhio vigile della Stasi (il più avanzato e sofisticato organismo di sorveglianza e terrorismo psicologico mai visto). Impossibile sapere da dove provenisse la minaccia, amici, conoscenti, vicini di casa, chiunque poteva rappresentare un pericolo. "Ognuno è un potenziale rischio per lo Stato", i nemici erano ovunque, nemico era chiunque la pensasse diversamente. Nemico era anche chi desiderava qualcosa di materiale, chi aveva contatti con l'Ovest capitalista. I cittadini erano spiati, pedinati, perseguitati, umiliati di continuo e spesso anche torturati.
Questo il clima plumbeo del film, questa la realtà da incubo da cui la protagonista vuole fuggire.
Ma Barbara ama anche il suo lavoro, ha un atteggiamento ambivalente verso il suo paese, di cui percepisce anche gli aspetti positivi. In fondo, nonostante la sua freddezza, non riesce ad essere insensibile alla sofferenza e si rende conto che il suo lavoro, la sua competenza, soprattutto in un piccolo ospedale, sono necessari. L'arrivo di Stella, una detenuta in un campo di lavoro, e il suo rapporto sempre meno improntato al sospetto reciproco con un medico, suo collega tenderanno a spezzare la sua sensazione di provvisorietà. Restare richiede grande coraggio, che non tutti posseggono, restare, "seguitando una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia", è un gesto da eroi. Veri.
Ma Barbara ama anche il suo lavoro, ha un atteggiamento ambivalente verso il suo paese, di cui percepisce anche gli aspetti positivi. In fondo, nonostante la sua freddezza, non riesce ad essere insensibile alla sofferenza e si rende conto che il suo lavoro, la sua competenza, soprattutto in un piccolo ospedale, sono necessari. L'arrivo di Stella, una detenuta in un campo di lavoro, e il suo rapporto sempre meno improntato al sospetto reciproco con un medico, suo collega tenderanno a spezzare la sua sensazione di provvisorietà. Restare richiede grande coraggio, che non tutti posseggono, restare, "seguitando una muraglia che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia", è un gesto da eroi. Veri.
Ovviamente, il film è stato accostato a Le Vite degli altri ma, Barbara è un film che gioca carte meno scontate, non ha la pretesa di soddisfare i palati sia della critica che del grande pubblico, ha una trama molto lineare, per niente spettacolare. Autentica. Non manipola facilmente i sentimenti, è un film antiretorico. Freddo, proprio come la sua protagonista, eppure capace di emozionare.
8/10
8/10
musica appropriata: 17 Hippies
e anche questo me lo segno! la lista sta assumendo dimensioni preoccupanti!
RispondiEliminaMai lunga quanto la lista dei titoli che ho segnato dal tuo blog! Ci vorranno mesi per vederli tutti. :)
EliminaSono sicuro che questo film ti piacerà. Davvero un gran film.
la cosa migliore sono i silenzi, dirsi parole d'amore alla fine avrebbe rovinato tutto.
RispondiEliminabelli anche altri film di Petzold, molto bravo, e Nina Hoss è la sua musa.
Già, non avrebbe avuto senso e sarebbe anche suonato falso, per un amore ancora allo stadio larvale.
EliminaGli altri di Petzold li sto ancora cercando, soprattutto Yella.