Macchiette e barricate
Film inglese del 2012, diretto da Tom Hooper.
Jean Valjean, dopo aver trascorso 19 anni ai lavori forzati per aver rubato una pagnotta, riacquista la libertà. Ma i suoi trascorsi non gli permettono trovare un lavoro onesto; decide così di cambiare identità, dandosi alla macchia. Diventa l'onesto sindaco di una piccola cittadina, proprietario di una fabbrica e padre di Cosette, una giovane orfana.
Mettere in scena il fluviale romanzo di Victor Hugo (o meglio il musical di Claude-Michel Schonberg e Alan Boubil) per Tom Hooper deve essere stata una specie di scommessa. L'operazione era indubbiamente rischiosa. E ancora più rischiosa la decisione di far cantare tutti gli attori in presa diretta.
La scommessa è stata vinta. Almeno in parte, perché il regista non è riuscito ad evitare che non trasparisse l'eccesso di pathos, di kitsch, di romanticismo fuori dal tempo che caratterizzava il musical originale. Ma diverse scene, coinvolgenti, trascinanti, epiche bastano a riscattare l'operazione.
La migliore in assoluto è The master of house, il numero musicale in cui entrano in scena i coniugi Thénardier (la coppia di perfidi locandieri che, insieme a Javert, rappresenta nel romanzo di Hugo la nemesi di Jean Valjean), qui svuotati di ogni personalità, diventati macchiette grottesche, secondarie. Eppure è proprio questo l'apice assoluto del film: un vero spettacolo, trascinante, divertente, ironico, dissacrante. Sembra una scena girata da un Tim Burton nella forma migliore. Riuscitissimo, in questo senso, affidare a Sacha Baron il ruolo di Monsieur Thénardier.
Peccato che nel resto del film si cambi completamente registro, si punti sull'esaltazione dei sentimenti, del pathos e del romanticismo un po' kitsch, dimenticando, oltretutto, di inquadrare la storia nel periodo storico conseguente. Le ribellioni, le barricate, le rivolte popolari sembrano così svuotate di senso, risultano incomprensibili.
Lo stesso, importante nel libro, personaggio di Gavroche diventa qui una specie di monello simpatico e un po' saccente. Nient'altro. Nessun accenno al fatto che è figlio dei Thénardier.
Peccato che nel resto del film si cambi completamente registro, si punti sull'esaltazione dei sentimenti, del pathos e del romanticismo un po' kitsch, dimenticando, oltretutto, di inquadrare la storia nel periodo storico conseguente. Le ribellioni, le barricate, le rivolte popolari sembrano così svuotate di senso, risultano incomprensibili.
Lo stesso, importante nel libro, personaggio di Gavroche diventa qui una specie di monello simpatico e un po' saccente. Nient'altro. Nessun accenno al fatto che è figlio dei Thénardier.
Ovviamente è chiaro che non tutti la pensino allo stesso modo, che le opinioni siano diverse, anche contrastanti. Per tanti la visione di questo film è stata una vera emozione, come ad esempio qui su nientepopcorn.
È sempre un’arma a doppio taglio andare al cinema a vedere un film per il quale si nutrono altissime aspettative. La maggior parte delle volte si esce dalla sala perplessi o delusi, anche quando si è assistito alla proiezione di un buon prodotto, che però non è stato all’altezza di ciò che ci aspettavamo. Ed è molto raro che le aspettative non vengano deluse.
Da Les Misérables mi aspettavo molto. Conoscevo il musical originale, tutti i brani, avevo un’idea precisa di come avrebbe potuto essere degnamente portato sullo schermo, di come avrebbero dovuto essere rappresentati i personaggi, di quanto fosse necessario e difficile non tradire la matrice teatrale dell’opera originale e, al contempo, dare alla messa in scena un respiro storico più ampio e completo.
Tom Hooper è stato in grado di fare centro su tutto ciò che avevo pensato e sperato venisse realizzato, ha radunato un cast incredibile, che si è dedicato anima e corpo ai personaggi, mi ha sorpreso con alcune scelte registiche coraggiosissime ed efficaci, ha reso al capolavoro teatrale originale il giusto tributo. Non avrebbe potuto fare di meglio.
Sono uscito dalla sala commosso ed emozionato, con la voglia di vedere e rivedere il film.
A me è piaciuto davvero molto, soprattutto a distanza di giorni continuo a riascoltarne le canzoni e a rivedere le sequenze che più mi sono piaciute.
RispondiEliminaOvvio, tra i difetti annovero una staticità quasi insopportabile e un ancor peggiore doppiaggio italiano, ma per il resto bellissimo film!
Sì, è vero, a distanza di giorni rimane ancora impresso nitidamente nella memoria. Non è un film che si dimentica.
RispondiEliminaIo ho apprezzato soprattutto le scene corali e i Thénardier.
io non credo di farcela a vederlo...troppo musical per i miei gusti...
RispondiEliminaGià, se non apprezzi i musical meglio lasciar perdere.
RispondiEliminaAnche se per me non sono il massimo. stasera ne vedrò un altro: The Sapphires, che non è propriamente un musical, ma poco ci manca!